I was walking lazy and I saw some young guys probably going to have a sea bath in a sunny day…each oh them with a bag, different brands but a very similar way of walking and joking each other. Short trousers and a t-shirt. Even the height is almost the same. This made me to think that there is an age when the most important thing is to be and feel the same as friends. Not always it is the right thing…but it would probably take some more years to give up with this idea. Now there is room just for laughs and friends, a day by the sea, a day to tell and remember.
6 giugno 2012
22 agosto 2012 at 07:39
Cintura el charro e monclare? Direi che allora siamo della stessa generazione. Le foto di allora riportano lo stesso gruppo omologato di ragazzi, solo con abiti diversi. Il senso di appartenenza è importante a quell’età. Aggiungerei che la tua foto è molto “italiana” nel senso che i ragazzi sono immediatamente riconoscibili come italiani. E’ bello poi il loro procedere compatti; un fronte unico dinnanzi al mondo. Complimenti, hai colto molte cose.
22 agosto 2012 at 07:55
Ciao Pendolante, io sono del 74 e quindi vissi l’epoca paninara nel pieno dell’adolescenza…a quell’età la cintura el charro, i calzini burlington o i jeans best company rappresentavano (nella mia percezione dell’epoca) il lasciapassare per una casta di amici e comitive dalle quali altrimenti ti sentivi irrimediabilmente escluso. Era certo sbagliato però diciamo che a quell’età non cerchi la tua identità per differenza ma per similitudine…e questi ragazzini che procedevano con lo stesso passo, le borse nelle stesse posizioni, le stesse marche mi hanno riportato a quegli anni…
Grazie davvero della visita!
22 agosto 2012 at 08:02
No so se era sbagliato, ma è un meccanismo che si riproduca da sempre quello dell’identificazione in un gruppo. Io vanto ben 4 anni più di te e quegli anni li ho vissuti anche io, sebbene dall’altra parte della “barricata” tra quelli “contro i paninari”, ma proprio in questa antitesi stava il nostro senso di comunione. Gira e rigira sempre lì si finisce, nel bisogno di appartenere… che forse nemmeno da adulti ci lascia.
22 agosto 2012 at 08:13
Beh, forse crescendo il senso di appartenenza viene basato su criteri diversi ed auspicabilmente più autentici…che so, l’amore per un territorio, la comunanza di lotta per un ideale maturo…ma non mi nascondo che ben possano resistere meccanismi infantili di appartenenza…uno su tutti, il tifo calcistico esasperato…perdonami ma sono molto freddo verso la tematica calcistica…sullo sfondo però (su questo concordo) ci sono sempre il desiderio di essere accettati e riconosciuti…
22 agosto 2012 at 08:40
Si spera che i criteri, in età adulta, siano diversi. Senza raffreddarci col calcio basti pensare alla politica, il sociale, la religione, i gruppi di interesse su varie tematiche. Fotografica ad esempio? E qui mi fermo. Attendo altre tue foto
7 giugno 2012 at 08:15
Meraviglioso frammento di giovane umanità.
7 giugno 2012 at 08:56
Grazie Polimena! In effetti era la prima cosa che colpiva…un senso di gioventù che, insieme a quella ricorrenza di simboli e codici, mi ha riportato a quando da giovane, avvertendo lo stesso bisogno di appartenenza, pensavo che un cintura o un jeans di una certa marca mi avrebbe aiutato…ah, l’epoca paninara!
7 giugno 2012 at 09:09
allora mi sa che siamo coetanei! Però anni difficili quelli per me. anche se nella tua foto si coglie più un senso di spensieratezza, una lievità, un sollievo per la scuola che sta per finire con le vacanze alle porte, un desiderio di far gruppo assieme agli amici attraverso i simboli e i codici di quest’epoca.
7 giugno 2012 at 11:15
Anni difficili? A chi lo dici! ricordo che era un’epoca in cui ti sentivi continuamente fuori posto e cose che oggi considero giustamente inezie allora mi sembravavo difficoltà insormontabili…del resto, se la cintura el charro o il monclear erano avvertite come chiavi per entrare nel giro giusto e sentirsi accettati…insomma, non erano evidentemente anni facili…